DRAMMA N’ DÈRR’A LA LANZE
Mi dispiace, per diversi motivi, che il Bari sia rimasto a due minuti dalla serie A, al di là della storica ostilità tra le due tifoserie.
Per gli anni assai belli che ho vissuto in Puglia, per i tanti amici baresi che tifano Bari e basta, e soprattutto perché la promozione dei galletti avrebbe messo subito o quasi la parola fine al tema della multiproprietà Filmauro, che sta diventando pesante un po’ per tutti.
Per il Napoli, che rappresenta oltre il 90% del fatturato Filmauro, il Bari in B per (almeno) un altro anno rappresenta sicuramente un problema crescente.
Nelle serie inferiori, il sistema dei diritti TV è penalizzante per squadre come il Bari (che in A incasserebbero molto ma molto di più) e i ricavi diretti del club biancorosso da stadio, merchandising e sponsorizzazioni non bastano da soli per allestire una rosa super competitiva per la promozione diretta in A.
Per questo, il Napoli è già intervenuto più volte negli ultimi anni in soccorso del secondo club della Filmauro, comprando i cartellini di diversi calciatori poi girati in prestito al Bari. Folorunsho è solo l’esempio più noto.
Facile immaginare che adesso il fenomeno si ripeta, e questo vuol dire dedicare una parte (pur piccola) degli investimenti del Napoli al player trading del Bari. È andata bene in questi anni di continue promozioni e spese relative, ma se la situazione dovesse rimanere inalterata fino al 2028 il problema diventerebbe più rilevante per un club che vive solo di autofinanziamento.
Anche per il Bari, però, la convivenza con il Napoli è sempre più complicata.
Innanzitutto per ragioni psicologiche, perché a Bari - giustamente - non si sentono secondi a nessuno e da quando Aurelio De Laurentiis ha chiarito di non avere più intenzione di cedere il Napoli, cresce la spinta per risolvere il nodo proprietario.
In secondo luogo, la dipendenza da una proprietà che è fatta per oltre il 90% da un altro club alimenta dubbi sulla sostenibilità degli investimenti nel lungo periodo e persino ipotesi complottiste che paiono francamente fuori luogo.
Il Bari è arrivato a un millimetro dalla serie A e il lavoro svolto da Luigi De Laurentiis, peraltro molto amato in città, è da considerare eccellente. Il problema è che la B è un campionato difficile se non hai i numeri tecnici per stracciare la categoria, come fece proprio il Napoli di De Laurentiis.
In caso contrario, la promozione rimane comunque un’incognita e la concorrenza agguerrita. l’anno prossimo, per dire, tra le favorite, insieme allo stesso Bari ovviamente, è difficile non mettere Samp e Cremonese appena retrocesse, oltre a Parma e Palermo che hanno fatto un campionato di crescita e hanno proprietà importanti alle spalle.
Conviene a De Laurentiis tenere così a lungo sulla corda una città che aspira alla serie A e che dovrà smaltire una enorme delusione? E quanto costerà a lui, e quindi al Napoli?
Il dramma sportivo di ieri ha allontanato l’obbligo della cessione ma è destinato comunque a cambiare il mood tra Bari e i De Laurentiis.
Aurelio reagì alla sconfitta nei play off di C contro l’Avellino costruendo una squadra che stracciò il campionato e centrò una doppia storica promozione in due anni.
Luigi è chiamato a fare altrettanto, altrimenti forse è meglio che passi subito la mano. L’aria, come dicono a Bari, è diventata amara.
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FraMa
Mi dispiace, per diversi motivi, che il Bari sia rimasto a due minuti dalla serie A, al di là della storica ostilità tra le due tifoserie.
Per gli anni assai belli che ho vissuto in Puglia, per i tanti amici baresi che tifano Bari e basta, e soprattutto perché la promozione dei galletti avrebbe messo subito o quasi la parola fine al tema della multiproprietà Filmauro, che sta diventando pesante un po’ per tutti.
Per il Napoli, che rappresenta oltre il 90% del fatturato Filmauro, il Bari in B per (almeno) un altro anno rappresenta sicuramente un problema crescente.
Nelle serie inferiori, il sistema dei diritti TV è penalizzante per squadre come il Bari (che in A incasserebbero molto ma molto di più) e i ricavi diretti del club biancorosso da stadio, merchandising e sponsorizzazioni non bastano da soli per allestire una rosa super competitiva per la promozione diretta in A.
Per questo, il Napoli è già intervenuto più volte negli ultimi anni in soccorso del secondo club della Filmauro, comprando i cartellini di diversi calciatori poi girati in prestito al Bari. Folorunsho è solo l’esempio più noto.
Facile immaginare che adesso il fenomeno si ripeta, e questo vuol dire dedicare una parte (pur piccola) degli investimenti del Napoli al player trading del Bari. È andata bene in questi anni di continue promozioni e spese relative, ma se la situazione dovesse rimanere inalterata fino al 2028 il problema diventerebbe più rilevante per un club che vive solo di autofinanziamento.
Anche per il Bari, però, la convivenza con il Napoli è sempre più complicata.
Innanzitutto per ragioni psicologiche, perché a Bari - giustamente - non si sentono secondi a nessuno e da quando Aurelio De Laurentiis ha chiarito di non avere più intenzione di cedere il Napoli, cresce la spinta per risolvere il nodo proprietario.
In secondo luogo, la dipendenza da una proprietà che è fatta per oltre il 90% da un altro club alimenta dubbi sulla sostenibilità degli investimenti nel lungo periodo e persino ipotesi complottiste che paiono francamente fuori luogo.
Il Bari è arrivato a un millimetro dalla serie A e il lavoro svolto da Luigi De Laurentiis, peraltro molto amato in città, è da considerare eccellente. Il problema è che la B è un campionato difficile se non hai i numeri tecnici per stracciare la categoria, come fece proprio il Napoli di De Laurentiis.
In caso contrario, la promozione rimane comunque un’incognita e la concorrenza agguerrita. l’anno prossimo, per dire, tra le favorite, insieme allo stesso Bari ovviamente, è difficile non mettere Samp e Cremonese appena retrocesse, oltre a Parma e Palermo che hanno fatto un campionato di crescita e hanno proprietà importanti alle spalle.
Conviene a De Laurentiis tenere così a lungo sulla corda una città che aspira alla serie A e che dovrà smaltire una enorme delusione? E quanto costerà a lui, e quindi al Napoli?
Il dramma sportivo di ieri ha allontanato l’obbligo della cessione ma è destinato comunque a cambiare il mood tra Bari e i De Laurentiis.
Aurelio reagì alla sconfitta nei play off di C contro l’Avellino costruendo una squadra che stracciò il campionato e centrò una doppia storica promozione in due anni.
Luigi è chiamato a fare altrettanto, altrimenti forse è meglio che passi subito la mano. L’aria, come dicono a Bari, è diventata amara.
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