Verso il campionato, Pres. Acireale: "Affrontare il Bari? Qualcuno ha pianto per l'emozione"
Alle pendici dell’Etna c’è un luogo che evoca ricordi dolcissimi al popolo biancorosso. A pochi chilometri di distanza dal vulcano più attivo d’Europa, c’è Acireale, lì dove terminò in maniera trionfale la cavalcata del Bari di Materazzi nel 1994. Nonostante l’1-0 subito sul campo dei siciliani allenati da Papadopulo, la formazione biancorossa conquistò la promozione in serie A dopo due anni di purgatorio.
Dopo quelle due stagioni in serie B (1993-95), la società etnea ha vissuto un lento declino: un fallimento nel 2006, la ripartenza dal campionato di Promozione fino al ripescaggio della scorsa estate nei Dilettanti. Da poco meno di sei mesi, è Gianluca Cannavò ad aver assunto la leadership dirigenziale del club. A TuttoBari.com dice: “All’epoca di quella storica partita ero soltanto un tifoso, ricordo che dopo la rete decisiva (segnò Logiudice al 95’, ndr)sparirono le bandierine dal campo di gioco”.
Ventiquattro anni dopo, Cannavò è presidente, a capo di un ambizioso progetto diazionariato popolare nato quest’estate: “Si tratta di un piano che si basa sulla professionalità e il rispetto del budget – continua Cannavò – auspichiamo una stagione di risanamento e riscatto dopo gli ultimi anni non esaltanti. Puntiamo alla salvezza con una squadra giovane che è stata rinforzata da alcuni innesti importanti”.
E il Bari quest’anno è nella veste di ospite d’onore come sottolinea il patron della squadra siciliana: “Siamo molto felici di affrontare il Bari, ci ricorda i bei tempi che furono. Ho vissuto il San Nicola da ragazzino, con mio padre. Era il 1994. Tanti anni dopo posso dire che credo che la tifoseria dell’Acireale si muoverà in massa per la trasferta in Puglia. Il girone acquisisce lustro con il Bari - conclude -, non nascondo che a qualcuno è scappata qualche lacrima per l’emozione di affrontare una squadra così blasonata”.
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Alle pendici dell’Etna c’è un luogo che evoca ricordi dolcissimi al popolo biancorosso. A pochi chilometri di distanza dal vulcano più attivo d’Europa, c’è Acireale, lì dove terminò in maniera trionfale la cavalcata del Bari di Materazzi nel 1994. Nonostante l’1-0 subito sul campo dei siciliani allenati da Papadopulo, la formazione biancorossa conquistò la promozione in serie A dopo due anni di purgatorio.
Dopo quelle due stagioni in serie B (1993-95), la società etnea ha vissuto un lento declino: un fallimento nel 2006, la ripartenza dal campionato di Promozione fino al ripescaggio della scorsa estate nei Dilettanti. Da poco meno di sei mesi, è Gianluca Cannavò ad aver assunto la leadership dirigenziale del club. A TuttoBari.com dice: “All’epoca di quella storica partita ero soltanto un tifoso, ricordo che dopo la rete decisiva (segnò Logiudice al 95’, ndr)sparirono le bandierine dal campo di gioco”.
Ventiquattro anni dopo, Cannavò è presidente, a capo di un ambizioso progetto diazionariato popolare nato quest’estate: “Si tratta di un piano che si basa sulla professionalità e il rispetto del budget – continua Cannavò – auspichiamo una stagione di risanamento e riscatto dopo gli ultimi anni non esaltanti. Puntiamo alla salvezza con una squadra giovane che è stata rinforzata da alcuni innesti importanti”.
E il Bari quest’anno è nella veste di ospite d’onore come sottolinea il patron della squadra siciliana: “Siamo molto felici di affrontare il Bari, ci ricorda i bei tempi che furono. Ho vissuto il San Nicola da ragazzino, con mio padre. Era il 1994. Tanti anni dopo posso dire che credo che la tifoseria dell’Acireale si muoverà in massa per la trasferta in Puglia. Il girone acquisisce lustro con il Bari - conclude -, non nascondo che a qualcuno è scappata qualche lacrima per l’emozione di affrontare una squadra così blasonata”.
- TuttoBari.com
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