Sono stati individuati i tre tifosi presenti nel settore ospiti, autori del saluto fascista prima dell'inizio della gara tra Israele ed Italia dello scorso 5 settembre, valevole per la qualificazione ai Mondiali in Russia. L'episodio si è verificato durante l'inno nazionale azzurro.
Secondo quanto riporta repubblica.it, I tre sono tutti ultras baresi, un tempo nel direttorio della curva Nord del Bari, e hanno dai 23 ai 25 anni. Dopo una lunga indagine effettuata con la direzione centrale della polizia di prevenzione per i risvolti internazionali, la Digos di Bari ha notificato loro un avviso di garanzia per manifestazione di razzismo negli stadi.
Ma non solo, ci sarebbero particolari retroscena dietro questa storia. Il quotidiano romano rimarca: "Sono stati sequestrati un manganello telescopico, una mazza da baseball e varia pubblicistica riconducibile all’ideologia nazi-fascista, oltre al tagliando di ingresso allo stadio di Haifa come documento della colpevolezza. Due di loro erano già sottoposti a Daspo in Italia, ma incredibilmente potevano comprare biglietti per partite all’estero. Il questore di Bari ha disposto ora il divieto, allargandolo anche al terzo indagato".
TuttoBari.com
Secondo quanto riporta repubblica.it, I tre sono tutti ultras baresi, un tempo nel direttorio della curva Nord del Bari, e hanno dai 23 ai 25 anni. Dopo una lunga indagine effettuata con la direzione centrale della polizia di prevenzione per i risvolti internazionali, la Digos di Bari ha notificato loro un avviso di garanzia per manifestazione di razzismo negli stadi.
Ma non solo, ci sarebbero particolari retroscena dietro questa storia. Il quotidiano romano rimarca: "Sono stati sequestrati un manganello telescopico, una mazza da baseball e varia pubblicistica riconducibile all’ideologia nazi-fascista, oltre al tagliando di ingresso allo stadio di Haifa come documento della colpevolezza. Due di loro erano già sottoposti a Daspo in Italia, ma incredibilmente potevano comprare biglietti per partite all’estero. Il questore di Bari ha disposto ora il divieto, allargandolo anche al terzo indagato".
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