Gli otto gol
di Caturano
“Ora non ho più
la testa calda”
L’attaccante passato dal Bari
al Lecce si racconta: “Esordii a 16
anni in A, pensai di essere arrivato”
di E. Tamborra
SEGNA come solo Cavani in
Europa, ma più di Higuain,
Icardi e Bacca. Che ci fa Salvatore
Caturano in mezzo ai più
forti attaccanti del mondo ? «Sono
un intruso, ma la cosa mi diverte
molto», dice il 26enne attaccante
del Lecce, che in sette
partite ha già segnato otto gol,
trascinando i giallorossi sulla vetta
della classifica del girone C di
Lega Pro.
Ma dov’era prima Caturano?
«La storia è lunga. Partiamo
dal mio debutto in A, ad appena
sedici anni, con la maglia
dell’Empoli. Cagni mi fece giocare
un quarto d’ora della gara con
il Siena. Non volendo, è stato un
male».
Perché ?
«Pensai di essere già arrivato.
Mi montai la testa. Per quel quarto
d’ora, ho perso anni di carriera».
Di seguito cos’è accaduto?
«Sono finito al Taranto, poi a
Viareggio e per altri anni nei campionati
minori, senza mai farmi
notare. Due stagioni fa approdai
al Melfi ed è iniziata la mia seconda
vita da calciatore».
Una resurrezione ?
«Diciamo di sì. Ho avuto la fortuna
di incrociare un tecnico bravo
e di grande spessore umano come
Dino Bitetto. Ha fatto un ottimo
lavoro sulla mia testa calda.
Prima delle partite, mi fermava
negli spogliatoi e mi diceva di
guardare le foto dei miei bambini
Mattia e Federica, aggiungendo
che era il momento di fare qualcosa
di importante per loro. In quella
stagione, ho segnato diciotto
gol in una squadra che lottava
per non retrocedere. Feci così bene
che si accorse di me il Bari».
È stato il primo acquisto del
Paparesta bis, ma non ha lasciato
traccia.
«Diciamo che non hanno creduto
in me, forse non potevano
puntare su uno senza nome. Dopo
un mese, ero già in prestito
all’Ascoli, dove ho segnato il mio
unico gol in B».
Poi è arrivato il Lecce.
«Sì, al mercato di gennaio approdai
nel Salento. Braglia mi faceva
giocare da esterno e segnai
sei gol. Questa estate sono stato a
Bari per il preritiro, ma temevo ancora
una volta di non potere essere
protagonista. A Lecce lo sono,
Padalino mi fa giocare di prima
punta e io sono un uomo felice. Mi
sento un figlio di questa città e mi
voglio sdebitare in tutti i modi».
Se continua di questo passo,
la B al Lecce non la toglie nessuno.
«Non c’è solo Caturano nel Lecce.
Questa è una squadra fantastica,
con alle spalle una grande
società. E in attacco ho trovato il
mio gemello: con Torromino c’è
intesa totale in campo e fuori».
Sarà sino alla fine Lecce contro
Foggia ?
«Juve Stabia e Matera non
scherzano, ma tutti dovranno fare
i conti con noi».
Repubblica ed. Bari
di Caturano
“Ora non ho più
la testa calda”
L’attaccante passato dal Bari
al Lecce si racconta: “Esordii a 16
anni in A, pensai di essere arrivato”
di E. Tamborra
SEGNA come solo Cavani in
Europa, ma più di Higuain,
Icardi e Bacca. Che ci fa Salvatore
Caturano in mezzo ai più
forti attaccanti del mondo ? «Sono
un intruso, ma la cosa mi diverte
molto», dice il 26enne attaccante
del Lecce, che in sette
partite ha già segnato otto gol,
trascinando i giallorossi sulla vetta
della classifica del girone C di
Lega Pro.
Ma dov’era prima Caturano?
«La storia è lunga. Partiamo
dal mio debutto in A, ad appena
sedici anni, con la maglia
dell’Empoli. Cagni mi fece giocare
un quarto d’ora della gara con
il Siena. Non volendo, è stato un
male».
Perché ?
«Pensai di essere già arrivato.
Mi montai la testa. Per quel quarto
d’ora, ho perso anni di carriera».
Di seguito cos’è accaduto?
«Sono finito al Taranto, poi a
Viareggio e per altri anni nei campionati
minori, senza mai farmi
notare. Due stagioni fa approdai
al Melfi ed è iniziata la mia seconda
vita da calciatore».
Una resurrezione ?
«Diciamo di sì. Ho avuto la fortuna
di incrociare un tecnico bravo
e di grande spessore umano come
Dino Bitetto. Ha fatto un ottimo
lavoro sulla mia testa calda.
Prima delle partite, mi fermava
negli spogliatoi e mi diceva di
guardare le foto dei miei bambini
Mattia e Federica, aggiungendo
che era il momento di fare qualcosa
di importante per loro. In quella
stagione, ho segnato diciotto
gol in una squadra che lottava
per non retrocedere. Feci così bene
che si accorse di me il Bari».
È stato il primo acquisto del
Paparesta bis, ma non ha lasciato
traccia.
«Diciamo che non hanno creduto
in me, forse non potevano
puntare su uno senza nome. Dopo
un mese, ero già in prestito
all’Ascoli, dove ho segnato il mio
unico gol in B».
Poi è arrivato il Lecce.
«Sì, al mercato di gennaio approdai
nel Salento. Braglia mi faceva
giocare da esterno e segnai
sei gol. Questa estate sono stato a
Bari per il preritiro, ma temevo ancora
una volta di non potere essere
protagonista. A Lecce lo sono,
Padalino mi fa giocare di prima
punta e io sono un uomo felice. Mi
sento un figlio di questa città e mi
voglio sdebitare in tutti i modi».
Se continua di questo passo,
la B al Lecce non la toglie nessuno.
«Non c’è solo Caturano nel Lecce.
Questa è una squadra fantastica,
con alle spalle una grande
società. E in attacco ho trovato il
mio gemello: con Torromino c’è
intesa totale in campo e fuori».
Sarà sino alla fine Lecce contro
Foggia ?
«Juve Stabia e Matera non
scherzano, ma tutti dovranno fare
i conti con noi».
Repubblica ed. Bari